Simona Pavesi si può descrivere in tre parole chiave: creatività, bellezza e comunicazione. Questo il fil rouge che la caratterizza fin da bambina; dai dialoghi con gli amici immaginari, ai collages con i ritagli di giornali, alle invenzioni dei giochi di strada, che indirizzano la sua curiosità a seguire gli studi artistici. Saper muovere le immagini, visualizzare, riuscire ad avere idee chiare è il motore che le ha permesso di re-inventarsi più volte nell’ambito professionale. Fin dal 1993 porta il suo contributo in importanti team creativi nell’ambito della moda, ma fondamentale è stato il suo incontro con la Nonviolenza Attiva nel 2003, una sincronicità che le ha permesso di comprendere che la creatività, oltre che essere applicata alle forme estetiche, è un ingrediente necessario per avere buone relazioni. E da questo momento la creatività visiva e il pensiero laterale si fondono. Le piace ascoltare storie e stimolare un punto di vista che permette alle persone di crearsi nuove immagini per riposizionarsi e ribaltare la visione da vittima a protagonista, contattando così il potere personale. La sua continua ricerca è l’equilibrio tra la velocità esterna di ciò che ci circonda e ci influenza condizionandoci e la lentezza interna dei movimenti invisibili agli occhi che ci permettono di portare un ascolto profondo ai desideri autentici. È uno spostamento interno dalla mente causale alla mente casuale. Fiducia vs Paura. Simona è fermamente convinta della necessità di allenare questi invisibili movimenti; così come l’allenamento costante del muscolo porta i suoi risultati nel corpo fisico, è possibile allenare uno spazio interno raggiungendo risultati di crescita personale che si riflettono nelle relazioni interpersonali, fino al punto che “puoi sentire che qualcosa è migliorato in te”. C’è una frase importante per lei: “Ama la realtà che costruisci” (di Silo), che è la sua bussola.